Credo fosse l’estate del 2010 quando mi è venuto il trip dei
canali pedalabili, mi sono messo a cercare quelli con una ciclabile o similare
a fianco, uno dei più lontani da casa era il Vacchelli ma grazie al treno che
assicurava il ritorno la gita era fattibile, in un paio di uscite l’avevo
percorso dall’inizio alla fine.
Arrivando a pochi km da Cremona, l’idea di una competizione
ss mi era parsa naturale, univa in questo modo due poli che sono molto presenti
nel mondo monomarcia, si è iniziato a parlarne in giro, la cosa piaceva, bastava
sbattersi e organizzarla.
Nel 2013, complice il circuito ciclocross singlespeeed che
chiedeva una manifestazione di chiusura del calendario, l’idea è diventata
realtà, grazie all’impegno dei ragazzi della Stazione delle Biciclette di San
Donato, Pigi in testa a coordinare le operazioni, ad Antonio e Mario che hanno
risolto i problemi di logistica e percorso, abbiamo provato e calibrato il
tragitto con il gps e anche grazie a Garmin che ha messo a disposizione i
navigatori si è potuta mettere in pista la prima gravel race a squadre.
Risolti i problemi dei ristori, del ritorno in bus per
uomini e mezzi, del gadget della manifestazione e collaterali, rimaneva solo da
trovarsi il mattino del 24 marzo per affrontare i 105km previsti, la prova
fatta 2 settimane prima dal sottoscritto, con un fondo reso pesante dalla
pioggia dei giorni precedenti, diceva che sarebbe stata cosa tosta, ma mi
sbagliavo.
E’ stata infatti più
dura!
Domenica mattina, dopo giorni di pioggia, non poteva che
farci compagnia l’acqua che cadeva dal cielo, nonostante questo si sono
presentati al via quasi tutte le squadre iscritte, anche il morale era alto,
forse era già nell’aria la sensazione che, ancora prima di partire, si stava
facendo qualcosa un po’ speciale, non di tutti i giorni.
Per me poi, in sella a una Bicicapace speciale, dotata di freni a disco, c'era la curiosità di vedere se sarei riuscito a portarla a compimento, corazzato lo ero, vestito come Messner pure.
E gara è stata, tra fango, rivoli d’acqua, ruscelletti e
pozzanghere dove si affondava quasi fino
al mozzo (avevo la ruota anteriore da 20”), vento contrario e freddo,
il ristoro di Pandino come l’oasi
nel deserto, quello al Piccolo Baobab
(grazie ancora) di Cremona la salvezza del corpo.
Io ho perso la mia squadra, gli inibitori della pompa protonica, praticamente già al via, ho percorso gli ultimi 10km come uno zombie, pedalavo in
trance, ho pensato ad Ausilia e Seba e questo mi ha dato la forza di non
mollare, all’arrivo un solo pensiero, mangiare, cambiarsi veniva dopo.
Nei dintorni del buffet non era raro osservare mani tremolanti
che cercavano di afferrare con difficoltà le cibarie, visi sporchi e tirati, in
breve però l’atmosfera è tornata gioiosa, tranni pochi sono arrivati tutti al
traguardo.
Che altro? Sicuramente da ripetere, sperando nel bel tempo
magari, ma ora è tempo di dedicarsi al prossimo progetto, la Milano Torino
gravel è già quasi realtà…
Hai tutta la mia ammirazzione.....forza Alex c'e' bisogno di gente, come te. (Ovunque)
RispondiEliminaBye Chicco
Troppo gentile Chicco, mi sarebbe piaciuto vederti all'arrivo, ma hai notato che c'era pure gente in Graziella?
RispondiElimina