mercoledì 23 agosto 2017

CICLOVIA ALPE ADRIA, IL RACCONTO.

In effetti è passato già qualche mese ma ritenendo che questa esperienza rappresenta un buon suggerimento per chi, magari non troppo allenato o con compagnia di bambini al seguito, voglia passare qualche giorno in bicicletta circondato da bei panorami e in sicurezza, non potevo non segnalare questa bella ciclabile. Noi l’abbiamo percorsa parzialmente e tutta sul suolo nazionale in 3 giorni verso la fine di Maggio, in realtà nasce in Austria dove è possibile fare altre tappe di cui trovate tutte le info al seguente sito: https://www.alpe-adria-radweg.com/it/ Quindi partenza da Tarvisio, in montagna, arrivo a Grado al mare, in mezzo un susseguirsi di ambienti naturali mutevoli e mai caotici: riconosciuta la difficoltà di arrivare a Tarvisio da Mozzate in treno, per via dei numerosi cambi da fare, del costo complessivo e del tempo necessario, abbiamo scelto di recarci in auto a Cervignano del Friuli (nei pressi di Aquileia) e poi di prendere un treno per Tarvisio dove siamo arrivati nel tardo pomeriggio. Il mattino seguente ci ha visto partire per quella che indubbiamente è la parte migliore del percorso, ciclisticamente parlando: si arriva a Venzone, 60km dopo, seguendo una ciclabile realizzata sul percorso di una via ferrata dismessa, attraverso verdi vallate, ponti di ferro sospesi nell’aria, gallerie e il tutto in totale sicurezza, veramente una ciclabile da riferimento. A parte una breve disgressione su sterrato lungo il fiume Fella, il percorso non permette errori, il pranzo a Venzone ci ha permesso di ammirare questo splendido borgo e di ascoltare la musicalità del Friulan, la lingua locale, per poi ripartire verso San Floreano, nei pressi di Osoppo, dove abbiamo passato la notte in un agriturismo agreste: circondati da numerosi animali di fattoria abbiamo gustato il mitico Frico Friulano (sorta di spessa frittata di formaggio, patate e burro, accompagnato nel nostro caso da polenta) e goduto della compagnia di arzilli vecchietti impegnati a confrontarsi con qualche ombrina…prima di rientrare a casa dalle mogli (km tot.85). Il giorno successivo abbiamo raggiunto prima Udine e poi Palmanova attraverso una serie di paesini immersi nel verde, sperimentando in parte anche il tracciato dell’ippovia che da Buia porta a Udine. Da Palmanova in poi la ciclabile è più esposta e meno protetta, la vista infine di Aquileia e le sue meraviglie ci ha ripagato del sudore speso, la temperatura infatti è salita rispetto al giorno prima di almeno 10°C (km tot.88). Arrivare il mattino dopo a Grado significa percorrere qualche chilometro di ciclabile lungo il ponte che attraversa la laguna, il mare tutto intorno, per poi scoprire, una volta in centro, il caratteristico quartiere dei pescatori che abbiamo trovato in piena attività. Il proseguo della pedalata ci ha visto impegnati sulla ciclabile che porta da Grado alla riserva naturale della foce del fiume Isonzo, dove siamo ritornati volentieri perché è popolata da numerose colonie di uccelli migratori e non, ad anello siamo poi rientrati nel pomeriggio a Cervignano per ricaricare tutto in macchina e ripartire verso casa, quattro giorni ben spesi in questa magnifica terra che vale la pena di visitare più spesso (km tot.60). Ultime note cicliche: i primi 70km del percorso sono praticamente tutti in discesa, più o meno accentuata, il resto è piatto: per 4 giorni bastano le sole borse posteriori e quella sul manubrio, nulla più.

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