QUI SI RITROVANO I COMPONENTI E GLI AMICI DEL MINIMOIMPATTO TEAM, SIATE I BENVENUTI!!!
venerdì 2 luglio 2010
MOTORIZZAZIONE, LA NUOVA FRONTIERA?
Prosegue l’avventura per la regolarizzazione della patente a seguito del ritiro, avvenuto ormai un anno fa, per guida in stato di ebbrezza.
Stavolta è il turno della visita in motorizzazione, nella “bella” sede di via Cilea dove mi ero già recato, seguendo l’ennesima falsa indicazione, prima di effettuare la seconda visita medica, diciamo che almeno mi ero procurato il modulo, il famigerato modello TT 2112.
Insieme al modello, la solerte impiegata mi aveva anche fornito una sbiadita fotocopia contenente le indicazioni da seguire per la corretta compilazione dello stesso oltre alla lista dei documenti, versamenti, foto e ammenniccoli vari da portare appresso al momento della consegna.
Mi presento dunque ieri con il modulo compilato, 2 foto di cui una autenticata, 2 versamenti per complessivi 34 euri (l’ennesimo balzello), certificato medico in originale + 2 fotocopie, patente di guida in originale + 2 fotocopie, carta d’identità e codice fiscale, a titolo precauzionale porto con me l’intera cartelletta contente il procedimento, che gioia.
Gli sportelli aprono alle 08.45 ma già diverso tempo prima la folla si accalca contro il cancello di ingresso, ogni giorno è così, ci sono da bruciare al via quei fottuti 50 metri che separano il varco dagli uffici veri e propri, ognuno, una volta varcato il cancello, rimane solo con se stesso e può quindi prendere le seguenti decisioni:
1)Me ne fotto di tutto e di tutti e corro come un pazzo, voglio arrivare uno.
2)Discreto ma non stupido, diciamo un bel passo da marcialonga.
3)Caggia fà, la vita è bella, jamme lemme lemme.
La quarta opzione, quella dell’uomo che scioccamente si ritiene saggio e scafato, è quella che scelgo io, in base al ragionamento che ho fatto e checcioè che cazzo corro a fare se poi non so dove andar?
Mi fermo quindi in portineria a chiedere a quale sportello mi devo rivolgere per sbrigare la mia pratica, il numero 25 è la pronta risposta.
Al mio arrivo nella sala degli sportelli, trovo la precedente umanità che si è ri- schierata davanti agli stessi, la prima impressione è quella di stare in una sala scommesse da ippodromo, lo stile è quello, il risultato della pratica forse anche.
Lo sportello 25 è gremito di folla numerosa, spicca tra loro un gruppo di ragazzotti palestrati stile quarto che sembrano fatti con lo stampino: tatuaggi a profusione, colletto della polo alzato, ray-ban a specchio, fantasmini e scarpe da ginnastica dalla suola ultrapiatta e dai loghi improponibili, il linguaggio è il solito in uso presso i gruppi di primati, una serie di mugolii e suoni gutturali per me incomprensibili.
Fortuna vuole che il branco viaggi compatto, sono venuti in 8 ma solo 2 hanno da fare qui, per il resto è puro cazzeggio, in meno di mezz’ora arrivo dunque a tiro dell’impiegata che, vista la documentazione presentata, mi dice chiaramente che lo sportello non è quello giusto, devo andare al 28 o al 29.
Sto zitto, non dico niente, mi sono preparato mentalmente ad un posto come questo, mi sposto e mi rifaccio la coda, sono l’ottavo o il nono, non male però, peccato che l’impiegato è assente e passa un bel quarto d’ora prima che si presenti nuovamente dietro lo sportello, forse era cacca.
Davanti a me attendono 2 giovani innamorati, fanno solo 2 cose, limonare e ridere, credo ridendo prendano anche fiato sennò non capisco come facciano, la saliva non lascia passare l’aria, forse qualche carie li aiuta, anyway, dopo un po’ diventano veramente fastidiosi, non è né il posto né il modo.
Quando, giunti al loro turno, sento che vengono rimbalzati ad un altro sportello, ammetto di avere goduto, ben vi stà limonatori da strapazzo, peccato che la stessa sorte tocchi a me immediatamente dopo, per la nota legge del contrappasso, infatti mi dicono che avrei dovuto passare prima all’ufficio “incidenti ostativi” al primo piano, ma perché cazzo non scriverlo chiaramente su quel fotocopio che viene dato?
Ormai depresso salgo la rampa di scale, acceso ad un ampia sala dove prendo il numerino dal controllo code, mancano “solo”12 numeri, siamo al 64.
Per una buona mezz’ora non succede niente, il numero è fisso, assisto alle evoluzioni di un secondo gruppo di ragazzotti, fotocopia dei precedenti, che con lo stesso stile gigioneggia nei dintorni, la scoperta di una sedia rotta scatena la loro ilarità, io mi metto le mani nei capelli e penso al futuro che non c’è e non ci sarà.
Qualche incrociatore, di quelli spesso visibili negli ospedali, intanto transita per i corridoi, sono affascinato da queste signore sui 50 anni e 100 e passa chili che con passo lento consumano i pavimenti di questi uffici statali, qui come altrove, l’espressione assente e l’incedere pesante sono un segno dei tempi.
Di colpo il display prende vita, in meno di 30 minuti brucia 10 posizioni, allora c’è speranza, quando mancano solamente 2 passaggi al mio turno ecco che dall’ufficio preposto se ne esce l’impiegata, aria acida e incazzata, probabilmente è tempo di pausa caffè.
Finalmente rientra e in meno di 1 minuto, tanto ci voleva, sistema anche me, posso finalmente ritornare al piano terra per rifare la coda allo sportello 29.
Coda che infatti è nutrita come da programma, siamo oramai nei dintorni del mezzogiorno e qualche animo inizia a scaldarsi, la fame credo, si assiste a discussioni tra gli utenti di varia natura, la migliore quella tra un meridionale che parla in milanese e un pensionato milanese doc, uno spasso.
L’impiegata dello sportello a fianco al mio, di colpo, con voce rotta e un po’ tragica urla: chiudeeete la pooorta, all’indirizzo di un collega che sta transitando nel corridoio, teme lo slittamento della pausa pranzo e si preoccupa dunque di arrestare la fiumana in ingresso.
La porta viene chiusa, che c’è c’è, chi non c’è non c’è, lei pare rilassarsi, intanto arrivo anch’io in prossimità della sciura dietro il vetro, guarda i documenti e poi esclama: fotocopia carta d’identità e codice fiscale?
Non li ho faccio io, indispensabili, scandisce lei.
Bene, estraggo con calma la fotocopia sbiadita con le istruzioni del caso e mostrandogliela le dico, mi indichi prego dove stà scritto che bisogna presentarsi con codeste copie, qui riporta che basta mostrarle, io da qui non mi muovo.
Sarà il fare irremovibile, sarà la porta chiusa che mi impedirebbe di recarmi al bar per farle (stranamente c’è una copiatrice) e poi rientrare, sta di fatto che con fare rassegnato si decide per scendere dalla sedia e recarsi lei stessa a portare a termine l’ingrato compito, torna dopo un po’, piazza una serie di timbri e poi mi avvisa di farmi vedere non prima di 45 gg allo sportello 30 dove mi verrà rilasciata la nuova patente.
Alleluia, ma già so che non è finita, nuovi esami, nuove visite, nuovi balzelli e su di tutti lo spettro della sanzione e del processo, Italiota ben ti stà!!!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
tieni duro grande alex anzi come dice il buon geko "STRENGI I DENT"
RispondiEliminaciao ciao
Come Asterix nelle 10 Fatiche uguale!
RispondiEliminaChissà in Australia com'è la motorizzazione, ma anche in Nuova Zelanda, in Tasmania...
RispondiEliminaGrande calma, grande pazienza, grande AleZen!
Mi sta sempre più stretto 'sto bel paese e non solo per la motorizzazione...